Cosa c'è da sapere e cosa si può fare per la dermatite nel cane.
La dermatite allergica riguarda una popolazione sempre più numerosa di cani. Molto è stato fatto negli ultimi anni nella ricerca delle cause e nella messa a punto di strategie terapeutiche ottimali.
La dermatite allergica nel cane è una malattia che comporta “prurito”, ma questo sintomo è presente in diverse altre malattie come le malattie parassitarie, le infezioni cutanee, le reazioni avverse al cibo e altro ancora. Se non si evidenziano e si escludono tutte le possibili cause concomitanti o esclusivamente presenti, non si può diagnosticare una dermatite atopica.
Effettuare dei test sierologici per ricercare eventuali allergeni presenti prima di aver escluso le altre possibili cause di prurito è scarsamente utile o addirittura irrilevante.
Inoltre una notevole percentuale di fenomeni allergici indotti dal cibo non induce la produzione di IgE (immunoglobuline allergene-specifiche ricercate appunto nei test) rendendo i test allergologici non accurati e quindi non indicati. Rimane ancora valido quindi, per la diagnosi delle allergie alimentari, la prova dietetica di “eliminazione” messa a punto dopo una accurata anamnesi e preferibilmente in collaborazione con un veterinario esperto in nutrizione.
La novità è che il criterio temporale (cioè il tempo necessario per valutare la prova dietetica) sta subendo variazioni importanti permettendo di contrarre notevolmente in molti casi il numero dei giorni indispensabili alla diagnosi (fino a oggi almeno due mesi).
Premesso ciò la purificazione degli elementi che compongono gli estratti per la determinazione degli allergeni (test allergologici) è il criterio indispensabile per l’accuratezza dei test. Passi avanti sono stati fatti nel tempo nella ricerca sempre più accurata delle componenti molecolari dell’estratto rendendo alcuni test più accurati, permettendo di conseguenza la messa a punto di immunoterapie maggiormente efficaci.
Riassumendo è di fondamentale importanza intraprendere un percorso diagnostico e terapeutico corretto per evitare fenomeni di cronicizzazione della malattia allergica e per condividere un percorso terapeutico diverso da caso a caso.
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