Ultimamente una certa percentuale di proprietari di cani (meno di gatti), spinta da personali convinzioni nutrizionali etiche e salutistiche ha scelto la dieta vegetariana o vegana e chiede di poter applicare (o applica) la stessa dieta al proprio animale.
Ma è possibile trasformare un carnivoro in vegetariano?
Possiamo rispondere di si, tecnicamente si potrebbe. E in vegano? Per il cane (con grande sforzo e notevole impegno) potrebbe essere tecnicamente possibile. Per un gatto? No, è impossibile.
Ma dovremmo porci una ulteriore domanda: le motivazioni etiche e salutistiche che spingono alcune persone a “essere” vegetariane o vegane, sono applicabili ad un cane o ad un gatto?
Sappiamo oramai con certezza che la produzione di prodotti di origine animale (dall’allevamento animale alla produzione dei derivati) comporta un grandissimo dispendio “energetico” e idrico con un notevole “impatto ambientale”. La pratica “intensiva” dell’allevamento animale pone anche problematiche oltre che etiche anche di benessere animale (cosa questa che i medici veterinari hanno posto oramai come priorità null’agenda della salvaguardia e salute animale). Inoltre lo squilibrio che si è venuto a creare (che in realtà è sempre esistito) fra ciò che è necessario e ciò che è superfluo nell’alimentazione dell’uomo è palese in una parte privilegiata del pianeta, sottolineando quanto sia invece necessario fare per permettere a una enorme quantità di persone di uscire da una condizione di sottoalimentazione (per non dire di “fame”).
Sappiamo anche che destinare gli sforzi per produrre “proteine” di origine vegetale riducendo contemporaneamente la produzione di quelle di origine animale, non è impresa affatto semplice in termini di superfici utilizzabili e possibilità di soddisfare la richiesta dell’attuale popolazione mondiale (sempre in crescita). Nuove tecnologie e sistemi di produzione si affacciano e sicuramente bisogna fare molto di più per un problema che dovrebbe essere in agenda oramai da tempo.
Ma in tutto questo cosa c’entrano in nostri cani e i nostri gatti?
Un gatto non ha certo fatto la scelta di essere un carnivoro stretto al pari di una tigre o di un leone; un cane ugualmente ha subito la domesticazione da parte dell’uomo rendendolo capace (non tutte le razze) di digerire gli amidi, ma probabilmente più per un tornaconto personale (dell’uomo) che per risolvere problematiche terrestri. Con quale diritto dovremmo noi decidere di alimentare i nostri animali domestici con ingredienti non propriamente adeguati al loro normale “status” fisiologico? La stessa cosa potrebbe essere detta quando somministriamo loro una carne bollita, o una crocchetta o un Wurstel o…un pezzo di pizza! E poi dovremmo anche chiederci (a parte l’alimentazione) se sia o no giusto rinchiudere un gatto fra le mura di un quinto piano nel centro della città dove abitiamo…e mille altre domande ancora sullo stile di vita che facciamo noi stessi e che imponiamo di fare ai nostri animali, o se è giusto che giochino con una pallina di gomma piuttosto che con un povero volatile appena catturato…ecc.., ecc…
Tolta la disquisizione etica che lascio volentieri a chi legge, più stretta è la valutazione nutrizionale. I punti critici nella formulazione di una dieta “solo vegetal” riguardano soprattutto la biodisponibilità dei molti minerali (azione dei fitati presenti in molti vegetali con azione chelante), la digeribilità delle proteine e il valore biologico, molti fattori anti-nutrizionali presenti in molti vegetali se non sottoposti ad adeguata cottura, la scarsa presenza se non la completa assenza di Vit. B12, Vit. D3, Vit. A, Taurina, che necessitano una integrazione obbligatoria e che finirebbero per cambiare la definizione pura di dieta vegetariana o vegana in qualcosa d’altro.
Spero che la comprensione di queste problematiche permetta di affrontare questo tema nutrizionale con la giusta moderazione e di raggiungere quei compromessi che sono certo possono contribuire a mettere la vita dei nostri piccoli/grandi amici a quattro zampe e la nostra vita in un armonico equilibrio.
Comments