Facciamo un po' di chiarezza
I proprietari dei nostri piccoli pazienti chiedono frequentemente delucidazioni sul cibo commerciale e principalmente sul contenuto di una crocchetta o una scatoletta che dir si voglia.
Proviamo a fare chiarezza e a indicare i principali elementi utili che appaiono sugli “involucri” (parola che raccoglie tutte le tipologie) del petfood, partendo dal presupposto che tutto ciò che viene descritto deve rispettare una normativa piuttosto complicata che ha l’obiettivo di salvaguardare la salute dell’animale e la comunicazione all’acquirente che deve essere il più possibile chiara.
Cosa si trova quindi negli scaffali del cibo commerciale di un petshop?
Prima di tutto vige la norma di indicare l’animale a cui il prodotto è destinato (cane, gatto, cucciolo, adulto, anziano, ecc) poi bisogna districarsi sulla tipologia dell’alimento:
ALIMENTO COMPLETO
ALIMENTO COMPLEMENTARE
ALIMENTI CON PARTICOLARI FINI NUTRIZIONALI (DIETETICI)
ALIMENTI MINERALI
Appurato ciò ci si sofferma alla famigerata etichetta. Questa è divisa in più parti ma quello che più interessa il consumatore è generalmente la LISTA DEGLI INGREDIENTI (o COMPOSIZIONE) e la LISTA ANALITICA (COMPONENTI ANALITICI).
Vediamo nello specifico di cosa si tratta.
LISTA INGREDIENTI
Senza addentrarsi troppo nello specifico, gli ingredienti devono essere indicati rispettando l’ordine decrescente, cioè il primo ingrediente descritto nella lista sarà anche quello maggiormente presente fino ad arrivare all’ultimo (che sarà di conseguenza quello meno presente).
Non è detto comunque che l’ingrediente presente per primo sia anche maggiormente rappresentativo della “categoria” degli ingredienti presenti: se per esempio la prima voce della lista sarà rappresentata da “carne di pollo” e trovassimo in seconda il grano, in terza il mais e in quarta posizione il sorgo, che rappresentano la categoria dei “cereali”, probabilmente i cereali balzerebbero al primo posto della lista rispetto alla carne che risulterebbe declassata al secondo posto.
E’ possibile inoltre che, invece dei singoli ingredienti, vengano descritte le categorie. Per es. “carni e derivati”, “sottoprodotti dei cereali”, ecc. Questa dichiarazione è spesso fatta per avere la possibilità di cambiare un ingrediente senza cambiare l’etichetta. Ciò costituisce un risparmio economico notevole in termine di packaging qualora un ingrediente risulti improvvisamente più caro o mancante o carente sul mercato. Per es.: se i “sottoprodotti dei cereali” fossero inizialmente costituiti dal 70% di riso e dal 30% di mais, niente vieterebbe di modificare queste percentuali mantenendo inalterata l’etichetta e di conseguenza le confezioni già in essere per accogliere il prodotto e commercializzarlo.
LISTA ANALITICA
E’ la lista dei principi nutritivi (proteine, grassi, ecc..) presenti, che sono indicati obbligatoriamente in etichetta a seconda del tipo di alimento (completo, complementare, ecc…). La percentuale di acqua deve essere descritta solo quando il suo contenuto è maggiore del 14%.
Spesso si fa l’errore di valutare un alimento sulla base del suo contenuto in PROTEINE o sulla percentuale delle CENERI. Per quanto riguarda le proteine si tende a pensare che la loro presenza sia direttamente correlata agli ingredienti di origine animale (carne o pesce in generale). In realtà la percentuale delle proteine dichiarate in etichetta rappresenta la somma delle proteine presenti in tutti gli ingredienti, quindi non solo in quelli di origine animale ma anche in quelli di altre origini (per es. nei cereali o in altri ingredienti di origine vegetale).
Per quanto riguarda le ceneri si tende a pensare che quando presenti in grande quantità il prodotto sia scadente. Ciò può essere vero quando le percentuali si avvicinano o superano l’8 o il 9%, valori che inducono a pensare che ci siano nella formulazione degli ingredienti molto ricchi di sostanze minerali (come le ossa), ma vorrei ricordare come valori inferiori al 5% potrebbero indurre a pensare al contrario che i minerali presenti siano insufficienti nel raggiungimento dei valori minimi necessari in un mangime completo.
E gli addittivi?
Per l’ottica comune: ADDITIVO=SOSTANZA ARTIFICIALE. Ma le vitamine sono sostanze artificiali? E gli estratti di camomilla? E la beneamata curcuma? In realtà fanno parte della categoria additivi!
Gli additivi vengono utilizzati ad uno specifico scopo e quelli autorizzati sono presenti in un registro (Register of Feed Additives) continuamente aggiornato. L’autorizzazione è fornita dopo studi approfonditi che dimostrano la loro utilità e soprattutto la loro sicurezza, anche nello stabilire eventuali dosaggi massimi (oltre i quali risulterebbero tossici).
Gli additivi da indicare obbligatoriamente sono quelli per i quali sia stato individuato il limite massimo di somministrazione, altri possono anche non essere indicati.
MODO D’USO
In tutti gli alimenti commerciali destinati ai piccoli animali, è obbligatorio descrivere come utilizzarli e le quantità giornaliere a seconda dei fabbisogni degli animali ai quali verranno somministrati (in termini di peso, età, ecc…). Questa descrizione è obbligatoria anche per i mangimi complementari al fine di non eccedere nella loro somministrazione per non incorrere in squilibri nutrizionali.
INFINE…
Devono essere sempre presenti: la scadenza, il lotto di produzione e il proprietario del marchio e del produttore con i relativi riferimenti dei contatti per chiunque voglia avere dei chiarimenti ulteriori sul prodotto.
Ancora qualcosa che non è chiaro?
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