E’ noto (e inoltre logico) come la composizione di un alimento influisca direttamente sulla capacità di assorbimento dei nutrienti da parte dell’apparato gastroenterico. In un gatto sano l’influenza ultima di questo processo si può indirettamente notare sulla base della consistenza delle feci.
I fattori digestivi che possono influire sulla tolleranza digestiva sono legati anche al transito dell’alimento nel tratto gastroenterico. La riduzione dei tempi di transito a livello di stomaco e intestino tenue può comportare una scarsa digestione con un minore assorbimento delle sostanze nutritive, acqua e elettroliti. Per contro un transito prolungato nel tenue e nel colon può significare una eccessiva fermentazione batterica.
Riguardo la composizione proteica dell’alimento è fondamentale che sia costituita da proteine di elevata qualità, e quindi ampiamente disponibili, al fine di ridurre al minimo la parte che potrebbe essere non digeribile. Questa frazione indigeribile giunge nel colon e viene messa a disposizione della flora batterica intestinale con conseguenti fenomeni putrefattivi che sono alla base di fenomeni diarroici e potenzialmente tossici per la produzione di amine biogene.
Riguardo invece alla composizione in fibre dell’alimento (sostanze indigeribili nei nostri carnivori o carnivori modificati), questa influisce direttamente sulla motilità di tutto il tratto gastrointestinale ed è fondamentale per l’ecosistema dell’intestino crasso. La modulazione della presenza di fibre solubili e insolubili in percentuali, tipo e quantità totale in un alimento, influisce direttamente sul benessere intestinale e sul tasso di umidità, consistenza e volume delle feci.
In conclusione, l’attenzione alimentare nei nostri amici felini nel conservare la sicurezza digestiva, è quella di ridurre al massimo le percentuali della “frazione proteica indigeribile” e di garantire la presenza di fibre solubili e insolubili. Ciò consente di avere un transito regolare nel tratto gastrointestinale, ridurre le fermentazioni a livello del colon e mantenerne l’ecosistema equilibrato.
Dott. Matteo Fiori
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